Inquirenti al lavoro dopo la sparatoria a Quinzano d'Oglio (Brescia)
Brescia, 05-04-2011
In carcere, con l'accusa di duplice omicidio volontario, nel giorno in cui e' nata sua figlia. Mauro Pelella, 35 anni, nel giro di due giorni ha visto la sua vita stravolta. E' la guardia giurata che ieri, a Quinzano d'Oglio, nella Bassa bresciana, ha ucciso due rapinatori che tentavano la fuga a bordo di un'auto, dopo un colpo da diecimila euro messo a segno con dei taglierini a Quinzano D'Oglio, nella Bassa bresciana.
E oggi attorno alle 11 e' nata sua figlia. Proprio nelle stesse ore Pelella e' stato posto in stato di fermo su ordine della Procura della Repubblica di Brescia con l'accusa di duplice omicidio volontario. Il suo fermo e' motivato con il pericolo di fuga, in quanto la previsione di una pesante condanna, com'e' quella per le accuse che gli sono rivolte, avrebbe potuto indurlo a scappare. Sulla qualificazione giuridica del reato il procuratore di Brescia, Nicola Maria Pace, e' stato laconico: "Gli elementi fin qui acquisiti impongono la qualificazione giuridica del duplice omicidio volontario con l'esclusione degli esimenti della legittima difesa e dell'uso legittimo delle armi".
In sostanza, una reazione sproporzionata a quanto stava succedendo. La guardia giurata, che stava svolgendo il servizio di portavalori a bordo di un furgone in un istituto bancario vicino alla Cassa rurale ed artigiana in cui avevano fatto irruzione i tre rapinatori (il terzo e' stato preso poco dopo), non si sarebbe infatti trovato in pericolo di vita, quando ha sparato. Anzi, avrebbe inseguito la Fiat Bravo con cui due dei tre delinquenti cercavano di fuggire, scaricando contro la vettura i 15 colpi del caricatore della sua pistola d'ordinanza.
Nessuna legittima difesa, quindi. Ne' uso legittimo delle armi, dal momento che Pelella non e' pubblico ufficiale e avrebbe potuto usare le armi solo qualora fosse stato attaccato il suo furgone, come un normale cittadino puo' sparare a un ladro, ma solo se questo entra nel suo domicilio, in base alla legge del 2006. Dei colpi esplosi dal vigilante, tre si sono rivelati mortali per Otello Astolfi, 62 anni, di Ravenna e Ivan Alpignano, 38, di Casale Torinese.
Astolfi, Alpignano, e il loro complice, Dario Delle Grottaglie, brindisino, ma residente nel Torinese, avevano una notevole esperienza di "batterie", cosi' si chiamano i gruppi che entrano in azione per le rapine. Delle Grottaglie, in particolare, era stato condannato anche per associazione a delinquere di stampo mafioso. I carabinieri di Brescia e di Verolanuova stanno ancora lavorando per verificare se nel pomeriggio di sangue vi fosse una quarto rapinatore che, pero', nessuno avrebbe visto sul posto. Il procuratore Pace, l'aggiunto Fabio Salamone e il pm Nicola Pinto, presenteranno al gip la richiesta di convalida dell'arresto, la cui udienza potrebbe tenersi domani o giovedi'.
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