domenica 17 aprile 2011

Arrigoni: gli assassini erano ancora nei ranghi di Hamas

 

Murale dedicato a Vittorio da un artista palestinese

Murale dedicato a Vittorio da un artista palestinese

Gaza, 17-04-2011

Avrebbe un nome anche il cittadino giordano sospettato di essere coinvolto nell'uccisione del volontario italiano nella Striscia di Gaza, Vittorio Arrigoni. Secondo il quotidiano israeliano Maariv, questi è noto negli ambienti salafiti di Gaza come 'Abdel Rahman il Giordano' e pare essere stato 'la mente' del sequestro di Arrigoni.
Il giornale aggiunge che era entrato a Gaza dal Sinai, passando per un tunnel del contrabbando e conferma che Hamas ha ora rafforzato i controlli nella zona di frontiera con l'Egitto per impedirgli di lasciare la Striscia.
Maariv scrive che i servizi di sicurezza di Hamas hanno appreso da un palestinese fermato e interrogato durante l'inchiesta, Haitem Salfiti, che proprio il giordano - legato al cosiddetto Jihad mondiale - ha progettato e partecipato al sequestro di Arrigoni con una cellula di salafiti palestinesi, conclusosi con la sua uccisione.
Secondo quanto l'Ansa ha appreso ieri da fonti investigative a Gaza, al momento risultano aver confessato due palestinesi arrestati, Farid Bahar e Tamer al-Hasasnah, identificati da Hamas come il killer di Arrigoni e uno dei basisti. Entrambi vengono descritti come jihadisti salafiti filo Al Qaida, fuoriusciti dal braccio armato di Hamas, ma rimasti in organico nei ranghi ufficiali della 'sicurezza nazionale' di Gaza.
La salma del pacifista italiano, dopo gli omaggi popolari di ieri, resta nel frattempo custodita nell'obitorio dell'ospedale Shifa di Gaza City. Potrebbe essere trasferita in Egitto oggi, o più probabilmente lunedì, tramite il valico di Rafah, per poi proseguire verso l'Italia. Lo si è appreso da fonti palestinesi ufficiali stando alle quali una legale italiana è partita proprio oggi per il Cairo, per conto della famiglia di Arrigoni, per occuparsi delle procedure necessarie.
La famiglia, come ha confermato la madre dell'ucciso, Egidia Beretta, vorrebbe evitare il passaggio del feretro attraverso Israele, per rispetto alla memoria dello scomparso e alla sua irriducibile battaglia contro le azioni israeliane nei Territori palestinesi. Battaglia che in almeno due casi costò a Vittorio Arrigoni provvedimenti di fermo da parte delle autorità dello Stato ebraico e duri periodi di detenzione.

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