Libia, figlio Gheddafi: rischio guerra civile - Adnkronos Ester
Tripoli, 26 feb. (Adnkronos/Aki) - "Ci sono forze straniere dietro le manifestazioni contro il regime in Libia". E' l'accusa lanciata da uno dei figli e delfino del Colonnello, Seifulislam Gheddafi, in un'intervista alla tv 'al-Arabiya'.
"La maggior parte delle zone del paese sono in una situazione di calma - ha aggiunto - a Tripoli c'è la metà della popolazione libica, tutta la ribellione è limitata alle zone orientali. In occidente, ad esempio ad al-Zawiyah, tutto torna alla normalità". Quanto ai morti di Bengasi, "molte delle vittime sono cadute non perché il governo ha ordinato di sparare ma perché si sono scontrate tra loro". Il figlio del leader libico bolla come "ridicole le dicerie sulla presenza di mercenari e sui raid aerei sui manifestanti. I caccia hanno bombardato solo i depositi di armi".

Tripoli, 26 feb. (Adnkronos/Aki) - "Ci sono forze straniere dietro le manifestazioni contro il regime in Libia". E' l'accusa lanciata da uno dei figli e delfino del Colonnello, Seifulislam Gheddafi, in un'intervista alla tv 'al-Arabiya'.
"La maggior parte delle zone del paese sono in una situazione di calma - ha aggiunto - a Tripoli c'è la metà della popolazione libica, tutta la ribellione è limitata alle zone orientali. In occidente, ad esempio ad al-Zawiyah, tutto torna alla normalità". Quanto ai morti di Bengasi, "molte delle vittime sono cadute non perché il governo ha ordinato di sparare ma perché si sono scontrate tra loro". Il figlio del leader libico bolla come "ridicole le dicerie sulla presenza di mercenari e sui raid aerei sui manifestanti. I caccia hanno bombardato solo i depositi di armi".
Poi l'avvertimento: "Non minaccio i libici, ma li avverto sui rischi dell'anarchia". Il colonnello, ha detto, "vuole attuare una serie di riforme, ma in modo pacifico, senza cadere nel caos". Mentre le rivolte in corso rendono possibili tutte le opzioni, "compresa la guerra civile". Secondo Seifulislam, "in Libia sta avvenendo come è avvenuto in Libano, quando Jaish al-Islam, il gruppo vicino ad al-Qaeda, ha scatenato una guerra con l'esercito". "Il nostro - ha infine aggiunto - è un paese unito, è impossibile una secessione della Cirenaica".
Dopo le parole del secondogenito di Gheddafi, l'ex ministro della Giustizia libico, Mustafa Abdel Jalil, ha però annunciato: "Ho avviato delle consultazioni per dare vita ad un governo libico ad interim". "Si tratta di un governo provvisorio - ha spiegato, citato da al Jazeera - che avrà sede a Bengasi anche se si occuperà di tutto il paese".
Le notizie arrivate oggi dal Paese sono meno drammatiche dei giorni scorsi ma la tensione resta alta. E proseguono le defezioni tra le forze armate: gli ufficiali della base aerea militare libica Gamal Abdel Nasser, che si trova 16 chilometri a sud di Tobruk, nel nord-est del paese, sono passati dalla parte dei rivoltosi. Lo ha annunciato un ufficiale della base militare intervistato dalla tv satellitare 'al-Arabiya'.
La città di Tripoli si è svegliata questa mattina in una situazione di calma relativa. Non si registrano nuove proteste e scontri dopo quelle avvenute ieri in diversi quartieri della città. Mentre oggi sarebbero scesi in piazza nel quartiere Tajura i sostenitori di Gheddafi.
Secondo quanto riferisce il giornalista residente nella capitale libica, Muahhadm al-Hayazi, alla tv araba 'al-Jazeera', un gruppo di attivisti e intellettuali sta creando un coordinamento dei gruppi di opposizione in città per cercare di operare in stretto contatto con i gruppi di insorti che controllano Bengasi e la Cirenaica, in modo da portare avanti un tipo di lotta organizzata contro il regime.
Nuovi scontri a fuoco si sono registrati nella notte invece nei dintorni dell'aeroporto di Misurata, caduto nei giorni scorsi nelle mani dei rivoltosi libici. Secondo quanto riferisce un testimone alla tv satellitare 'al-Arabiya', le milizie fedeli a Gheddafi hanno tentato più volte di riconquistare l'aeroporto, ma sono stati sempre respinti dai ribelli.
Secondo l'ong Human Right Watch (Hrw) le forze di sicurezza libiche, supportate da sostenitori di Gheddafi, hanno inoltre attaccato gli insorti che cercano di mantenere il controllo di al-Zawiyah, 30 chilometri circa a ovest di Tripoli. Nella zona di Sebrata, a pochi chilometri da al-Zawiyah, le brigate fedeli a Gheddafi hanno aperto il fuoco su un gruppo di rivoltosi. Secondo la tv satellitare 'al-Arabiya', si contano decine di feriti, alcuni dei quali versano in gravi condizioni.
Quanto alla sorte della famiglia del Colonnello, la moglie di Gheddafi, Ayesh, e la figlia Aisha sarebbero partite questa mattina da Tripoli alla volta di Vienna. E' quanto ha affermato un oppositore in esilio del regime libico contattato dalla tv satellitare 'al-Arabiya'. La notizia non trova però conferme ufficiali. Altre fonti danno Aisha e la madre in Arabia Saudita.
Prosegue il rimpatrio dei cittadini stranieri. Oggi un C-130J dell'Aeronautica militare italiana, decollato da Pisa e diretto ad Hamal, non è atterrato allo scalo libico ed ha invertito la rotta per tornare in Italia per la mancata autorizzazione all'atterraggio. Il velivolo era atteso ad Hamal per imbarcare 25 italiani. Per prelevare i connazionali si è avvicinato alla costa libica il cacciatorpediniere Mimbelli.
